Dentro e fuori le mura
Vivinaia, il borgo scomparso
Vivinaia insisteva sulla propaggine collinare che da sotto l'attuale paese di Montecarlo scende verso Marginone e fu distrutto nel febbraio del 1331 dai fiorentini in ritirata da Lucca. Intorno al paese si estendevano, lungo la collina e fino alla selva delle Cerbaie, fitti boschi di cerri, querce e castagni intervallati da rari coltivi a viti e olivi.
Vivinaia era racchiusa dentro una cinta di mura che aveva sostituito, a metà del XIII secolo, la vecchia fortificazione del primitivo agglomerato. Nelle mura si aprivano due porte, una in direzione del Cerruglio detta porta di "S. Michele", e l'altra detta " a Serra" e chiudeva il castello in direzione del piano della Sibolla. _La forma delle mura castellane era rettangolare e ai quattro angoli si trovano torri che servivano per l'avvistamento e la difesa. La chiesa di S. Andrea e San Michele a Vivinaia è attestata dal 1264 e dipendeva nel religioso dalla Pieve di S. Piero in Campo. Il Castello di Vivinaia era diviso in contrade o ruote che raccoglievano gli abitanti per scopi difensivi e da lì partiva la Via Vinaria che, guadato il Rio S. Gallo e oltre le alture della Cercatoia, conduceva alla via Francigena Romea._Dalla porta a Serra uscivano due strade: una portava verso la chiesa di S. Salvatore e attraverso il guado del Canneto sul fiume Pescia di Collodi , nel piano detto "Campo Vinarese"; l'altra andava in direzione del lago di Sibolla e del circostante territorio. A nord Vivinaia confinava con Montechiari ancora sotto il controllo della consorteria dei "milites et nobiles" di Uzzano e Montechiari, a sud il Comune arrivava fino alla Mansione dei frati di Altopascio, infine sul lato ovest si trovava l'Abbazia di S. Pietro di Pozzeveri. La maggiore attività degli abitanti del borgo di Vivinaia era quella diretta alla coltivazione della terra, tuttavia a partire dalla seconda metà del 1200_ si sviluppò anche in questo castello una nuova classe di artigiani che contribuì notevolmente allo sviluppo della società comunale.
Nel corso del XIII secolo la comunità si liberò gradualmente del vincolo feudale e si costitui in libero Comune. La battaglia di Altopascio del 1325, e le stesse vicende dell'assedio di Lucca da parte dell'esercito fiorentino nel 1331, portarono alla distruzione del paese. E proprio a questa guerra è legato l'episodio che portò alla fondazione del nuovo castello di Montecarlo._Ancora adesso possiamo immaginare l'esercito fiorentino, la furia delle soldataglie, la fuga degli abitanti nella cupa e fredda mattinata del 25 febbraio, l'incendio e la distruzione delle case. In seguito gli abitanti, dovettero trasferirsi sul soprastante colle del Cerruglio, laddove si andava costruendo una nuova cinta muraria in solidi mattoni. Siamo nel 1333 e il nuovo paese sarà chiamato Monte di Carlo in onore del figlio di Giovanni di Lussemburgo il salvatore di Lucca.